05La prima cinematografica a Kinshasa di un film (uscito in Europa nel 2012) sui bambini di strada di questa città, del regista belga Marc-Henri Wajnberg.
KINSHASA – 400 teenagers euforici battono le mani durante l’ultima scena di “Kinshasa Kids”, il pluripremiato film finalmente arriva a casa sua.
La pellicola di un’ora e mezza diventerà una speranza per i bambini di strada della Repubblica Democratica del Congo. Il film è stato girato più di due anni fa in Europa, dove è stato acclamato dalla critica ma sfortunatamente non è stato un successo al botteghino.
La proiezione del film nella capitale della Repubblica Democratica del Congo, città movimentata con all’incirca 10 milioni di abitanti sprovvista di sale cinematografiche, è stata la prima occasione per molti bambini di vedere un film, anche se su uno schermo improvvisato.
Dicendo che si è innamorato di Kinshasa, il regista belga Marc-Henri Wajnberg, ha girato il film con veri bambini di strada nel loro ambiente familiare, per far riflettere le persone sulla sorte dei bambini cacciati di casa dalle loro famiglie. Il film racconta di come bambini e ragazzi possono spesso essere accusati ingiustamente nella Repubblica Democratica del Congo di stregoneria, e fatti esorcizzare in una delle chiese della città.
Quando un bambina/o è una/un strega/one, quello che possono fare i genitori è aiutarlo a cambiare. Ma il modo più semplice è sbatterlo fuori di casa. Le famiglie che hanno problemi economici e troppe bocche da sfamare, sono riluttanti a riprendersi il bambino in casa dopo l’esorcismo. “Kinshasa Kids” segue da vicino otto bambini detti “shegue” che vivono per strada dopo essere stati cacciati dalla loro famiglia o dopo che sono fuggiti dalla violenza domestica. Il film fa emergere una città caotica che vive nella povertà e nella superstizione, dove la vita è dura per i più di ventimila bambini di strada che ci vivono. Ma è anche un tributo all’energia esuberante e alla musica popolare che sono il cuore pulsante della capitale, come gli innumerevoli gesti di solidarietà. Nel film, sette bambini di strada maschi e una sola femmina, presi dalla strada per interpretare se stessi, formano un gruppo chiamato Diable Aza Te (“il diavolo non esiste” in lingua Lingala), con l’obiettivo di un grande concerto che li aiuterà a guadagnare un sacco di soldi. L’idea del regista era quella di fare un musical documentario ma ha cambiato idea dopo aver visto la città, la città dei bambini di strada. “Ho voluto mostrare la bellissima energia che si respira in questa città, le belle persone che la popolano nonostante il loro disagio”.
Rachel Mwanza dopo il suo ruolo nel film ha vinto l’orso d’argento come miglio attrice al festival di Berlino 2012 per il suo ruolo di bambina soldato in “War Witch”, e adesso vive in Canada.
Il regista racconta che gli altri ragazzi che adesso hanno 17 anni, cinque in più rispetto a quando è stato girato il film, non vivono più in strada. Gautier che studia ingegneria meccanica, dice “Ringrazio Dio, il film ha cambiato molte cose nella mia vita”.
Fonte: www.enca.com