Un’opinione interessante e approfondita, scritta dall’assistente sociale ugandese Elisabeth Amongin, sulla relazione tra AIDS e bambini di strada. A pochi giorni dalla giornata mondiale contro l’HIV, celebrata e ricordata in tutto il mondo, una riflessione su un fenomeno fortemente interrelato con il virus ma di cui, al contrario, nessuno parla.
UGANDA – Negli anni sono state portate avanti molte campagne sull’ HIV/AIDS che colpisce diversi gruppi di persone: pescatori, prostitute, giovani, coppie sposate, solo per dirne alcune. Ma c’è una categoria di persone molto vulnerabili che viene sempre dimenticata.
Il fenomeno dei bambini di strada sta aumentando in molte delle nostre città principali ed è un problema che dovrebbe catturare l’attenzione di coloro i quali se ne dovrebbero occupare; dobbiamo preoccuparci soprattutto degli effetti che questo fenomeno ha sulla nostra società, essendo un problema sociale e nello stesso tempo di sviluppo.
Avete mai pensato a questi bambini che trascorrono le loro vite in strada? Come sopravvivono? Quali sono i loro bisogni fisiologici e sociali? Perché loro sono esseri umani come noi, loro cercano di soddisfare questi bisogni, ma la questione è come. Ci sono degli interventi da parte di alcune ONG che cercano di risolvere alcuni dei problemi dei bambini di strada, ma non sono mai soluzioni adeguate per via delle risorse limitate e del tipo di soluzioni e misure che queste organizzazioni non governative possono offrire.
La maggior parte si occupa di reintegrarli nelle famiglie, se i bambini rivelano la loro identità e il posto dal quale provengono. L’educazione è uno dei campi a cui tutte le organizzazioni si indirizzano. Ma le questioni, anche nascoste, su cui agire sono tante considerando la loro vulnerabilità. Recentemente si è celebrata la giornata mondiale contro l’AIDS con lo slogan “arrivare a 0”, la mia preoccupazione è: ci sono persone che hanno mai teso la mano ai bambini di strada? Conosciamo le problematiche della loro salute riproduttiva? La mia esperienza come assistente sociale e il mio lavoro con i bambini di strada mi hanno mostrato che affrontare il problema della diffusione dell’HIV/AIDS tra i bambini di strada non è una priorità. I bambini di strada sono sessualmente attivi e, in virtù del loro stile di vita per strada, c’è molta promiscuità. Oltre a questo fenomeno, ci sono alcune persone che si recano in strada appositamente per ricevere prestazioni sessuali dai bambini di strada (come testimoniano alcuni dei bambini) dando loro in cambio vestiti usati. Adesso qual è lo stato della diffusione della sieropositività tra queste persone e tra i bambini di strada? Molte ONG si occupano della reintegrazione di questi bambini nelle loro comunità. Questo è il problema: se l’HIV è trasmessa da un bambino di strada (visto che molti ce l’hanno), noi riportiamo questo problema alla comunità. Con gli anni abbiamo visto bambini di strada morire di AIDS e ancora non sappiamo quanti altri ne sono infetti.
Durante i tre mesi di ricerca condotta dalla Child Restoration Outreach, si è visto come i bambini stiano solitamente intorno ai locali notturni, quelli maggiorenni per fare i protettori delle prostitute, e, con il loro guadagno, possono loro stessi permettersi una prostituta. Quando vanno via in gruppo, intorno alle quattro, si incontrano in un posto più caldo e si creano situazioni di sesso promiscuo tra di loro.
Quando ricorre la giornata mondiale contro l’AIDS e auspichiamo che si arrivi a zero casi, ricordiamoci questo gruppo di minori e cerchiamo di trovare un modo per far arrivare loro un messaggio di prevenzione sull’AIDS insieme a consulenze e test gratuiti. In questo modo potra’ iniziare un percorso che mira alla riduzione dell’HIV nella nostra società.
Elisabeth Amongin lavora all’ufficio protezione minori – Child Restoration Outsearch, Mbale, Uganda
Fonte: Allafrica.com