CAIRO – In Egitto nel tentativo di affrontare la situazione – in peggioramento – relativa ai bambini di strada, il Governo ha lanciato in data 8 aprile l’iniziativa Homeless Children per aiutare 10.000 bambini di strada.

Il Governo, rappresentato dal Ministero della Solidarietà Sociale, ha inoltre annunciato di lavorare ad un programma denominato Takaful e Karama (Solidarietà e Dignità), che prevede un contributo finanziario per aiutare le famiglie a recuperare i loro bambini fuggiti di casa.

L’iniziativa Homeless Children è attuata dal Ministero della Solidarietà Sociale in collaborazione con il Fondo Tahya Misr (Long Live Egypt). Questa iniziativa da 164 milioni di sterline egiziane (circa 9 milioni di dollari) è destinata a distribuire 17 unità mobili in 10 governatorati in cui il fenomeno dei bambini di strada è più diffuso, come Cairo, Giza e Alessandria.

Hazem al-Mallah, funzionario dell’iniziativa del Ministero della Solidarietà Sociale, ha dichiarato ad Al-Monitor: “Le unità mobili vengono inviate sulle strade delle città per monitorare i bambini senza tetto e offrir loro servizi di emergenza come l’assistenza alimentare e quella sanitaria. Le unità hanno anche l’obiettivo di acquisire la loro fiducia per avvicinarli alle autorità competenti, come i centri e gli istituti. Le autorità forniranno i documenti di identità e cercheranno di riunirli con le loro famiglie o di collocarli presso strutture per l’infanzia grazie alla sponsorizzazione del Ministero della Solidarietà Sociale”.

Nel 2015 esperti indipendenti, che riferiscono al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, hanno dichiarato che esistono fino a 150 milioni di bambini di strada in tutto il mondo. In Egitto il numero di questi ultimi non è stabilito con esattezza. Nel 2001 un rapporto dell’UNICEF ha sostenuto che il numero di bambini che vivono per le strade fosse arrivato a 2 milioni. Tuttavia, le statistiche più recenti condotte da più autorità governative, tra cui l’Agenzia centrale per la mobilitazione pubblica e le statistiche ed il Consiglio nazionale per l’infanzia e la maternità, hanno segnalato 16.019 bambini di strada nei 27 governatorati dell’Egitto nel 2015.

Insieme all’iniziativa del governo, i membri del Comitato parlamentare per i Diritti Umani stanno preparando un progetto di legge per i bambini senza tetto al fine di trovar loro un rifugio, mantenerli lontani dalle strade e assicurare una formazione professionale adeguata che li impegni in attività finalizzate a promuovere l’economia egiziana.

Il capo del Comitato parlamentare per i Diritti Umani, Alaa Abed, ha dichiarato ad Al-Monitor: “Il nuovo progetto di legge mira a rilanciare l’idea di Mohammed Ali Pasha, a capo dell’Egitto tra il 1805 ed il 1848, che ha offerto una formazione professionale a 300.000 bambini di strada che hanno acquisito grandi competenze. Il nostro obiettivo è quello di creare una generazione di artigiani ed industriali in diversi ambiti”.

Pasha, che ha guidato l’Egitto durante il dominio ottomano nel 1805, ha fermato negli anni più di 300.000 bambini senza tetto per le strade dell’Egitto, ragazze e ragazzi, e li ha messi in un campo nel deserto dell’Aswan per tre anni al fine di formarli per varie professioni e mestieri. Ai bambini furono insegnati anche il francese e l’arabo. Sono diventati professionisti qualificati in vari ambiti: alcuni lavoravano come costruttori di ponti, strade e canali, altri furono mandati nei Paesi in cui mancavano lavoratori specializzati, come carpentieri e fabbri. Pasha costruì anche porti per questa forza lavoro, per aiutarli ad esportare i propri prodotti.

Le crescenti proposte da parte di alcuni in Egitto si sono orientate verso la sistemazione dei bambini di strada nei campi militari e l’insegnamento di mestieri e professioni. Ciò, tuttavia, ha sollevato controversie da parte degli attivisti per i diritti umani in Egitto, considerandolo una forma di lavoro forzato.

Nel mese di marzo, il parlamentare Mona Mounir Rizk ha presentato una proposta al parlamento che ha invitato le forze armate a determinare il numero dei bambini di strada per reclutarli nei campi di riabilitazione. Zeinab Khair, direttore esecutivo dell’Associazione Egiziana per i Diritti Economici e Sociali, ha dichiarato ad Al-Monitor si trattava di un’idea spaventosa.

Khair ha detto: “Privare i bambini della loro infanzia tenendoli per anni in campi nel deserto, li rende mostri incapaci di integrarsi nella società”, sottolineando che la misura più appropriata sarebbe quella di riunirli con le loro famiglie.

Mohammed el-Komi, parlamentare e membro del Comitato per i Diritti Umani, ha detto ad Al-Monitor: “La legislazione preparata dal comitato si basa sull’esperienza di Mohammed Ali Pasha solo nei termini di riunire questi bambini per l’apprendimento e la formazione professionale. Il progetto di legge, tuttavia, non include la detenzione nei campi del deserto. Piuttosto le istituzioni per l’infanzia già esistenti sarebbero trasformate in luoghi che possano ospitarli e insegnar loro competenze”.

Ha aggiunto: “Nel marzo 2017 ho presentato al Parlamento un altro progetto di legge sul reinserimento dei bambini senza casa”. Komi ha spiegato che, se approvato, questo progetto di legge obbligherebbe lo Stato a fornire appartamenti e opportunità di lavoro per tenerli lontani dalla tossicodipendenza o dalle reti terroristiche.

A sua volta, Abed ha dichiarato: “Un piccolo gruppo di cinque membri del Comitato per i diritti umani è stato costituito il 20 marzo per elaborare la nuova legge e tenere sessioni per ascoltare il parere di esperti della società civile e del governo”.

Mohammed al-Ghoul, a capo del gruppo, ha detto ad Al-Monitor che esistono vari progetti di legge, alcuni dei quali vincolano lo Stato a dotare ciascun governatorato di centri per offrire servizi di riabilitazione psicologica per i bambini di strada e per sfruttare i centri giovanili per insegnar loro vari mestieri in modo da renderli pronti per il mercato del lavoro quando raggiungono l’età lavorativa.

Ghoul ha detto che il progetto di legge affronterà la questione dei bambini abusati tra le mura domestiche che sono fuggiti di casa. “Stiamo preparando un testo che permette allo Stato – se si dimostra il maltrattamento – di togliere i bambini dalle loro famiglie e metterli in centri speciali e obbligare i genitori a pagare le spese dovute”, ha detto.

Secondo Abed, il progetto di legge obbligherebbe lo Stato a fornire a questi bambini carte di identità attraverso squadre specializzate che operano sulle strade, in quanto nella maggior parte dei casi i bambini scappati lasciano i loro genitori senza prendere alcuna carta d’identità. “Non trascureremo i bambini che fuggono dagli istituti a causa di abusi e stiamo considerando i meccanismi legali appropriati per fa fronte a questi casi”, ha detto.

Ci sono circa 448 centri di assistenza sociale per i bambini in Egitto, tutti sotto il controllo del Ministero della Solidarietà Sociale. Tuttavia, in questi istituti sono stati segnalati numerosi casi di abuso fisico e sessuale dei bambini, che sono gravemente trascurati.

Mallah ha notato che sono state istituiti nuovi centri nell’ambito dell’iniziativa Homeless Children, diversi dagli orfanotrofi e dai rifugi per i minori esistenti. Ha detto che sei case sono state stabilite a Il Cairo per i bambini di strada. “Queste case includono carpenteria e officine di fabbro e corsi di formazione dove i bambini possono imparare diversi mestieri”, ha detto.

Per essere efficiente, il Governo egiziano deve offrire ai bambini senza tetto l’alternativa più idonea, riabilitando migliaia di famiglie per prepararli ad accogliere i figli fuggiti o riformando il sistema degli istituti segnalati per violazioni e abusi.

Fonte: Al Monitor