Decine di migliaia impegnati a mendicare o a vendere bigiotteria, piuttosto che a frequentare la scuola.

KABUL – Sohrab, 8 anni, passa le sue giornate cercando tra i rifiuti per le strade di Kabul. “Colleziono lattine [vuote] di Pepsi e poi le vendo ai negozianti che acquistano cose vecchie, così posso guadagnare quel poco denaro che mi è appena sufficiente per comprare il pane per la cena”, ha detto all’IWPR [Institute for War and Peace Reporting]Sohrab è una delle decine di migliaia di bambini che cercano di sopravvivere per le strade della capitale afghana.

Nonostante la reintroduzione dell’istruzione universale sia considerata uno dei maggiori successi del 2001 in Afghanistan, i bambini impegnati a vendere o a mendicare sono ancora facili da vedere nelle città di tutto il Paese. Non tutti sono orfani. Molti vengono mandati a guadagnare qualche spicciolo dalle famiglie che non hanno nessun’altra fonte di sostegno. Farzad, otto anni, ha detto “mio padre è disoccupato, mio fratello maggiore è disabile. Io sono l’unico a lavorare e a portare soldi in famiglia. Quindi sono costretto, non posso andare a scuola.”

L’Afghanistan è tra i Paesi che hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e ha le sue leggi circa la protezione dei minori, ma gli osservatori sostengono che non siano attuate correttamente. E’ contro la legge infatti per bambini di età inferiore agli 11 anni fare qualsiasi tipo di lavoro e, fino ai 18, non dovrebbero essere impiegati più di 35 ore a settimana. Queste regole chiaramente non sono applicate. Abdullah è tra i molti bambini che hanno abbandonato la scuola per vendere cianfrusaglie per le strade di Kabul. “Ho 13 anni e non vado a scuola. Voglio studiare, ma non ci riesco” ha detto. “Vendo oggetti su un vassoio e guadagno 200 o 300 afghani al giorno.”

L’UNICEF ha stimato che 60.000 bambini lavorano soli per le strade di Kabul. “Questo numero potrebbe aver ormai superato i 100.000”, ha detto Najibullah Zadran, coordinatore nazionale per i diritti dell’infanzia per l’Afghanistan Independent Human Rights Commission (AIHRC). Altri milioni di bambini in tutto il Paese erano a rischio sfruttamento ed abuso, ha continuato. Fatah Ahmadzai, portavoce del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha detto che, secondo gli ultimi dati del governo, a partire dal 2014 la popolazione del Paese ha raggiunto i 29 milioni di persone, tra cui 14,5 milioni sono bambini.

Gul Agha Ahmadi, consigliere del Ministro dell’Istruzione, ha confermato che 9,5 milioni di bambini sono attualmente iscritti a scuola. “Prima del 2001 erano solo un milione, tutti maschi [perché] le ragazze erano sistematicamente escluse dalla formazione” ha detto. “Ma questo numero è aumentato fino a 9,5 milioni di bambini, il cui 40 per cento sono ragazze.” Ahmadzai ha riconosciuto che questo numero esclude ancora milioni di bambini potenzialmente a rischio. Almeno due milioni sono fuori dal radar del governo. Inoltre sostiene che siano stati sviluppati una serie di programmi per aiutare i bambini identificati come potenzialmente a rischio.

“Nei nostri programmi a lungo termine abbiamo identificato i bambini senza famiglie per sostenerli e sistemarli negli orfanotrofi dove hanno la possibilità di ricevere un’istruzione”, ha detto. “I programmi a breve termine riguardano invece i bambini che hanno una famiglia, ci siamo messi in contatto con i loro parenti e abbiamo contribuito a sostenerli dal punto di vista finanziario. Abbiamo fornito piccoli e grandi prestiti, con la cooperazione delle organizzazioni, in modo che possano risolvere i loro problemi senza il bisogno di mandare i propri figli a lavorare sulle strade. “E’ impossibile porre fine completamente al problema [dei bambini di strada], ma stiamo cercando almeno di ridurne il numero. Fortunatamente il governo ha approvato un budget adeguato per confrontarsi con questo fenomeno.” Nonostante le numerose richieste di interviste al Ministero delle Finanze per chiedere informazioni sul budget per il prossimo anno, l’IWPR non ha ricevuto risposte.

I bambini di strada affrontano anche il grave rischio di essere vittime del traffico umano o di abusi sessuali, piuttosto che reclutati dai ribelli per compiere attacchi.

Sadiq Sadiqi, il portavoce del Ministero degli Affari Interni, ha detto che i bambini di strada si confrontano con una costante minaccia di violenza. “Ogni giorno, sono rapportate notizie riguardanti i bambini di strada come vittime di rapimenti, traffico umano o abusi sessuali”, ha detto, aggiungendo che i servizi di sicurezza hanno arrestato un gran numero di adulti sospettati di sfruttamento minorile.

La riabilitazione di questi bambini ha dei limiti, ha aggiunto. “Abbiamo dipartimenti di polizia che se ne occupano, ma non hanno fatto abbastanza. Stiamo collaborando con varie organizzazioni e case di cura a cui sono stati iscritti quei bambini in condizioni più gravi dove ricevono sia formazione che un contribuito finanziario.”

Numerose organizzazioni non governative afghane ed internazionali lavorano per portar via i bambini dalle strade. Mohammad Yusuf, fondatore dell’organizzazione Ashiana, ha detto di aver aiutato più di 100.000 bambini a completare la loro formazione, alcuni addirittura a livello universitario. Ma Sadiqi ha riconosciuto che c’erano poche istituzioni per sistemare tutti i bambini. Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ci sono 42 case di cura e centri di formazione per bambini vulnerabili gestiti dal governo in tutto il Paese. Le organizzazioni private sono 45.

Gli esperti temono per gli effetti a lungo termine che un’intera generazione di bambini poveri e di strada possa avere sulla società afghana. Il docente di psicologia Fawad Farzad ha detto che l’impatto di un’infanzia del genere non può essere sottovalutato. I giovani imparano dall’ambiente in cui crescono, ha spiegato. “Quando un bambino vive per strada e viene a contatto con delinquenti, non c’è dubbio che impari da loro”, ha detto. “Niente potrà mai cambiare se la loro formazione inizia così”.

Questo rapporto è stato prodotto nell’ambito dell’iniziativa Promoting Human Rights and Good Governance in Afghanistan, finanziata dalla Delegazione dell’Unione Europea in Afghanistan.

Fonte: https://iwpr.net