Le condizioni dei bambini di strada in Australia tramite il racconto della vita di un padre da parte di sua figlia, Nama Winston.
AUSTRALIA – Quando mio padre è morto, ho appreso che per anni ha offerto una delle sue proprietà, un motel con 120 stanze nella periferia di Adelaide, come alloggio temporaneo per le vittime di violenze domestiche, come rifugio e come alloggio per i pensionati tramite un’associazione locale impegnata nel sociale.
Mio padre non mi ha mai detto di fornire questo genere di aiuti, ma non è stata proprio una sorpresa. Mio padre è sempre stato filantropico perché sapeva che era suo dovere prendersi cura delle persone meno fortunate di lui, alla luce del fatto che egli stesso fosse stato salvato da un destino simile.
Mio padre nacque nelle Fiji in condizioni di estrema povertà. Il rischio di rimanere senza casa gli si è presentato ogni giorno, è per questo che era così determinato ad avere successo. Nonostante una notevole mancanza di risorse, mio padre è diventato un dottore e si è trasferito in Australia, ma non ha mai creduto di essere superiore a nessuno. Mio padre sapeva che non tutti sarebbero stati capaci di raggiungere quello che ha raggiunto lui.
Mio padre credeva fermamente nel fatto che dovesse condividere il suo benessere in quanto non siamo tutti nati uguali. I suo fratelli, ad esempio, non avrebbero mai potuto vincere una borsa di studio per studiare medicina come ha fatto lui; semplicemente non avevano la stessa attitudine accademica. Quando hanno ceduto a diversi stili di vita, mio padre non li ha giudicati, ma supportati in quanto non hanno avuto la capacità di superare quell’infanzia imprevedibile e spesso violenta, come ha fatto lui. Mio padre sapeva che avrebbe potuto facilmente avere le loro stesse vite, se non fosse stato per la fortuna di essere accademicamente talentato e in una forma fisica tale da poter avere un lavoro ben pagato senza incidenti, malattie e perdita del posto di lavoro per sei decenni.
Sì, mio padre aveva capito che la vita di solito non è semplice e che la maggior parte delle persone stava solamente facendo il meglio che si può in determinate circostanze. Questo sentimento di compassione l’ha motivato ad offrire le stanze libere a persone in difficoltà, che avrebbero avuto poche se non zero alternative, in particolare nei sobborghi del nord. Sapendo di poter aiutare così facilmente, mio padre era determinato a non avere la disperazione di queste persone sulla coscienza.
Per capire l’ampiezza del fenomeno dei senza tetto in Australia condividerò dei dati statistici. Secondo la Mission Australia ogni notte ci sono 18.000 bambini di strada. Così tanti bambini senza casa, ogni notte, in questa nazione. Sono dati che fanno molto riflettere. Come è possibile?
Il direttore esecutivo della Shelter SA, la dottoressa Alice Clarck, spiega che il termine homeless descrive soluzioni abitative diverse. Include chi dorme nei luoghi pubblici, in auto, in motel, in sistemazioni di fortuna, in rifugi abusivi o da amici. Tutte le persone che, involontariamente, non hanno un indirizzo fisso.
Questo significa che le persone che vediamo dormire per strada solitamente non hanno altro posto in cui andare, e non sono gli unici classificati come senza casa. Ci sono migliaia di persone che sono senza casa, vanno a lavoro o a scuola ogni giorno, con la società che è ignara delle loro condizioni. Ci sono molte possibilità che si incroci con regolarità per strada qualcuno che non ha o che non ha avuto una casa, per esempio al supermercato, nella scuola di tuo figlio o sui mezzi pubblici.
La dottoressa Clarck descrive la vita di un senza tetto come terribile ed isolata. Chiedere aiuto alla propria famiglia ed ai propri amici è più difficile di quanto si pensi. Spesso non c’è nessuno a cui chiedere. Poi ci sono questioni come l’analfabetismo, le barriere linguistiche e culturali, che sfidano la capacità di una persona di migliorare la propria condizione.
Più a lungo si vive in queste condizioni, più difficile diventa per l’individuo tornare a vivere normalmente. Quando il tuo ultimo pasto e la tua ultima doccia sono stati 24h fa, quando sei esausto e infreddolito, quando i tuoi bambini sono spaventati dal dormire in auto, come fai a mantenere uno spirito combattivo giorno dopo giorno?
La dottoressa Clarck crede che contrariamente alle critiche che spesso ricevono i sistemi di alloggi temporanei in termini di aiuti, siano utili in quanto forniscono almeno un rifugio sicuro e un accesso costante a cibo, vestiti, docce ed un letto in cui dormire. Danno ai senza tetto, che già si sentono disumanizzati, un’occasione di dignità e speranza.
Quindi se non siamo in possesso di una struttura come ha fatto mio padre, come possiamo aiutare? Facciamo pressione affinché il governo fornisca un sistema di alloggi temporanei ed incoraggiamo iniziative simili all’interno della comunità. Sensibilizziamo le persone riguardo al fenomeno dei senza tetto e delle difficoltà che incontrano.
Stimoliamo la discussione affinché il governo istituisca politiche efficaci indirizzate ai senza tetto. Più importante tra tutti, teniamo in mente quei 18.000 bambini e rendiamo il fenomeno dei senza tetto una priorità nell’agenda nazionale.